Il 23 febbraio 1990 Italia1 trasmetteva per la seconda volta (la prima era stata il 22 novembre 1988) Aliens. Scontro finale… e la mia vita cambiò per sempre.
La prima volta avevo solo potuto sbirciare il film, mentre lo vedeva mio padre: io avevo il “divieto” di vedere film horror perché mi “agitavano”. Finalmente alla veneranda età di 16 anni, quel 1990, riuscii a vedere “ufficialmente” (e non di nascosto come era mio solito) un film horror… e che film!
Non so spiegare quanto i miei occhi si riempirono della bellezza delle immagini sgranate di Aliens, con la pellicola di grana grossa e l’immagine quadrata che Italia1 trasmetteva sul mio vecchio Blaupunkt catodico: ero conquistato dal mondo alieno, e la febbre non mi è passata mai più.
Passa un anno e, nell’aprile 1991, bazzicando come al mio solito il giornalaio del quartiere mio padre attira la mia attenzione su un fumetto che l’edicolante sta tirando fuori da una scatola: sarà mica legato al film?
Non lo sapevo ancora, ma quel giorno la mia febbre aliena stava per esplodere per la seconda volta, perché la PlayPress presentava quasi per caso “Aliens. Dieci anni dopo”, la versione italiana – tradotta da Alessandro Bottero – dello stupendo Aliens. Book I (Dark Horse Comics 1988) di Mark Verheiden.
All’epoca stavo leggendo tutte le storie arretrate di Tex ed ero diventato un violento lettore-collezionista di Dylan Dog: insomma, ero un bonellide, e i fumetti americani non mi piacevano. Tutte quelle vignette fuori forma, tutti quei riferimenti che non capivo… però per Aliens feci uno strappo alla regola, perché stavolta capivo bene i riferimenti. Cominciai a leggere e… ne sono rimasto folgorato.
Con i disegni grezzi ma efficacissimi di Mark A. Nelson, Verheiden dal maggio 1988 racconta i personaggi del film di James Cameron dieci anni dopo i titoli di coda. Siamo ancora nel periodo paradisiaco in cui non esiste Alien 3 e in cui Newt ed Hicks sono personaggi mitici che tutti vorrebbero vedere in mille altri film… prima che la Fox decida di sterminarli.
Newt è cresciuta e ovviamente la sua psiche non è in ottime condizioni: sogna alieni e – come tutti noi avremmo scoperto di lì a poco – sognare alieni significa che gli alieni stanno arrivando…
Hicks è uno sfregiato che tutti detestano perché è un militare severo e inflessibile, ma è quel tipo di militare che ti allena a restare in vita. Ed allenerà la squadra di Colonial Marines ingaggiata per raggiungere il pianeta madre degli alieni, con il senso di colpa di lasciare la povera Newt nella casa di cura dove è tenuta praticamente prigioniera: vari eventi faranno sì che i due saranno di nuovo uniti contro gli xenomorfi. Permettetemi di non dire di più, perché è una storia troppo bella per sprecarla in poche parole. (All’epoca scrissi addirittura una novelization del fumetto, ma ovviamente non l’ha letta nessuno!)
Dopo che l’Apocalisse Alien 3 si abbatté su Newt ed Hicks, facendo morire due dei migliori personaggi di sempre, la Dark Horse Comics si chiese: come facciamo a ristampare Aliens. Book I con Newt ed Hicks… quando ora tutti sanno che sono morti e che la storia ha preso altre (deliranti) strade? Semplice… chiamiamoli Billie e Wilks…
La prima fase della “rinominazione” avviene nello stesso 1992 in cui il terzo film imperversa al cinema, quando Aliens. Dieci anni dopo di Verheiden finisce in mano all’ottimo novellizzatore Steve Perry che lo trasforma in romanzo: Aliens. Earth Hive, che la stra-maledetta Sperling & Kupfer (orripilante casa editrice che compra ottimi libri per il semplice piacere di seppellirli e farli sparire da tutti i cataloghi) porta in Italia nel 1998 con il titolo Aliens. Il nido sulla terra (con la traduzione di Gisella Bianchi).
Segue nel 1996 la raccolta in volume della serie di Verheiden che verrà di nuovo raccolta (e colorata!) nel 2012: in entrambi questi casi da Aliens. Book I si passa al titolo Aliens. Outbreak. Sia nel romanzo di Perry che nelle due versioni in volume del fumetto di Verheiden i nomi sono cambiati…
Nel 1991 Mario Ferri dà vita ad una collana della PlayPress che conoscerà alterne vicende, che negli anni a venire uscirà un po’ a casaccio ma presenterà il meglio del meglio, dal mondo xenomorfo, e sebbene la distribuzione ci ha fatto soffrire, noi fan dobbiamo solo che ringraziare con la faccia per terra per aver avuto la possibilità di leggere in italiano questi piccoli capolavori.
L.
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