Trappola mortale per Mister No (1979)

Cover di Gallieno Ferri
Cover di Gallieno Ferri

Continua il “Sabato Boxe” del mio blog Il Zinefilo e continua il “Sabato Boxe” dei Fumetti Etruschi!
Rimaniamo in casa Bonelli con Mister No, personaggio molto amato un tempo, poi soppresso e poi ripreso: sembra che ci siano più fan “a parole” di Mister No di quanti poi realmente lo acquistino in edicola.

MisterNo49aNel giugno del 1979 esce il numero 49 dove inizia l’avventura Trappola mortale, sceneggiata da Alfredo Castelli.
Mister No rincontra una vecchia amica, Delia, apparsa nei precedenti numeri 29 e 30. La donna si è licenziata dalla CIA ma da allora è sopravvissuta per miracolo a diversi strani incidenti, ed è convinta che Hans Martin – ex dirigente CIA in Brasile che ora si è messo in proprio – vuole toglierla di mezzo. Il nostro eroe all’inizio non vuole saperne nulla, ma poi la donna viene rapita e decide di cercarla.

MisterNo49bSi rivolge a O Bispo (“Il vescovo”) perché sa tutto di tutti e può aiutarlo a trovare questo Hans, e guarda caso il faccendiere sa che parteciperà ad un incontro di boxe organizzato da lui. A quanto pare c’è solo un modo per avvicinarsi a quel mondo senza dare nell’occhio: partecipare ad un incontro truccato!

MisterNo49cCon due guantoni ai pugni e l’aria guardinga, Mister No si ritrova sul ring contro O Campeão lo spietato, e dovrà prenderne tante da lui prima di finire k.o.
L’incontro è molto ben disegnato da Luigi Merati e Franco Bignotti ed è onestamente la parte più intrigate dell’intera storia, che prosegue per altri due albi senza particolare interesse e senza parlare più di pugilato.
Sembra quasi che la boxe sia un raro espediente delle storie Bonelli, anche per quei personaggi strettamente legati all’immaginario “maschile” d’un tempo…

L.

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10 commenti

  1. “Allacciati i guantoni” , “No”, “Voglio un incontro pulito”, “No”, “Niente colpi sotto la cintura” , “No”. La boxe secondo Mister No 😉 Scherzi a parte giù il cappello di fronte ad Alfredo Castelli 😉 Cheers

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  2. Effettivamente, non è che la ripresa successiva alla chiusura della testata gli abbia portato chissà che fortuna. Probabilmente, i fan storici hanno decretato che dieci anni fa per Mister No fosse proprio il momento di andare definitivamente in pensione (del resto, la saga conclusiva non lasciava molte illusioni su “una nuova vita” -citando l’ultimo numero- editoriale)… Quanto alla boxe nell’orizzonte delle mie letture bonelliane passate e presenti, ne ricordo davvero poca.

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    • Infatti sto facendo moltissima fatica e più di un paio di vignette per personaggio bonelliano non sto trovando.
      Il tipo di avventura esotica di Mister No era roba che piaceva a papà Bonelli e a un gusto italiano per terre lontane. Finita quell’epoca il personaggio non aveva davvero nulla da dire e non poteva rifarsi ad un genere codificato che può vivere con le proprie gambe (tipo il western o il giallo). Ho provato a leggere le sue storie ma le ho trovate forzatamente lunghe, e in fondo questa sequenza di boxe è solo un allungamento di brodo: non ha alcun motivo all’interno della storia…

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      • … E il fatto che, come dicevo, io ne ricordi pochissima può anche stare ad indicare quanto poco in generale la boxe sia mai stata effettivamente legata alle storie che la ospitavano.
        Riguardo a Mister No è vero, era figlio dell’avventuroso Bonelli “amazzonico” a tal punto che nessun altro sarebbe riuscito, nel caso avessero voluto provarci, a trovare un genere (e, ancora meno, un’epoca adatta) in cui riproporlo… A maggior ragione, essendo ormai Sergio scomparso da qualche anno, del suo Jerry Drake oggi credo non possa rimanere altro che qualche nostalgica/affettuosa/fugace apparizione all’interno delle altre collane storiche (come, ad esempio, nel trecentesimo Nathan Never).

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      • Anche un certo fascino esotico italiano è ormai scomparso. Fino agli anni Novanta tutti sognavano Cuba o di aprire un baretto sulle spiagge brasiliane, e in fondo Mister No faceva leva su quel vago sogno latino: oggi mi sembra una moda sorpassata e temo i sogni italiani si siano drasticamente ristretti…

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  3. ” che prosegue per altri due albi senza particolare interesse e senza parlare più di pugilato.”

    Pensa che invece la storia mi ha davvero catturato! Un gran bel thriller senza pause, davvero teso ed avvincente! Che atmosfera cupa che si respira! La figura dell’ ex poliziotto poi…! Una delle migliori della serie secondo me! Castelli al top!

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  4. “Quanto alla boxe nell’orizzonte delle mie letture bonelliane passate e presenti, ne ricordo davvero poca.”

    Anch’ io! Mi vengono in mente Pat McRyan di Tex e un paio di storie di Zagor: “Sfida al campione”, leggera e divertente (e purtroppo per questo bistrattata) e l’ inizio di “Plenilunio”.

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