Skull Island: the Birth of Kong (2017) 1

Cover di Zid

Ormai i cinesi si comprano tutto, anche la Legendary Entertainmente, media company californiana fondata da Thomas Tull agli inizi del Duemila che sfornava effettoni specialoni per la Warner Bros: dal 2016 la casa fa parte del conglomerato cinese Wanda Group (Wanda è un tipico nome cinese!!!).
Visto che la casa è ora impegnata a rilanciare un mito fresco fresco, roba proprio d’avanguardia tipo “i mostroni grossi che si menano” (King Kong e Godzilla), roba che ti fa apprezzare la grande creatività e freschezza del cinema contemporaneo, oltre a un film ci scappa pure un “fumetto ufficiale”.

Arvid Nelson ai testi e Zid ai disegni ci portano su Skull Island per ragioni che non ho alcuna voglia di leggere: ho capito solo che siamo nel 2012 e che un personaggio è parente di qualcuno visto nel film.
Ciò che conta del fumetto è la “mythology” creata da Barnaby Legg: mentre nel film Kong ha in pratica solo una bestia nemica, qui di bestiacce ce n’è a iosa.

Abbiamo gli psychovulture, avvoltoi che colpiscono con la forza della mente, e leafwing, mostroni alati che rapiscono al gente. E infine i death jackal terrestri, tutti mostracci che in appendice a questo volume vengono spiegati con appositi fascicoli detagliatissimi.

La parte bella è quando arriva Kong a spazzare via tutto, e al contrario del film qui… si sente che è grande! Vediamo le sue manone e i suoi piedoni e avvertiamo la potenza della sua stazza, mentre nel film c’è solo il suo cartone animato che fa le cose. Molto bello come primo numero: peccato che l’unico personaggio umano azzeccato – una grintosa donna soldato – muoia alla prima vignetta!

L.

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