Quando vedo robottoni e donne armate non posso trattenermi, così con una copertina del genere come avrei mai potuto desistere dal leggere questo fumetto?
Lo scorso ottobre 2018 la Delcourt ha presentato la versione inglese (tradotta da Edward Gauvin) di una saga iniziata il 30 maggio precedente in Francia per le Éditions Soleil, con la sceneggiatura di Jean-Pierre Pécau e gli splendidi disegni del nostro Stefano Martino. La presenza di un disegnatore italiano mi fa pensare che prima o poi il fumetto arriverà anche da noi, ma nel frattempo mi sono gustato questo primo episodio di una saga molto ghiotta: “Ghost War 1. Red Dawn” (L’aube rouge).
Ricordo che il bande dessinée funziona in modo diverso dal fumetto americano o italiano, quindi parliamo di 50 pagine che gettano le basi per una storia il cui secondo episodio purtroppo leggeremo l’anno prossimo. E nella maggior parte dei casi questi “episodi” sono del tutto inconcludenti in attesa di una svolta di sceneggiatura che potrebbe impiegare anni ad arrivare. Diciamo che questi albi vanno apprezzati sull’immediato e non pensando alla “risoluzione del mistero”, che sarà molto in là da venire.
Nel 2030 il petrolio sarà ancora l’ago della bilancia del mondo e la storia si svolge sulle coste della Norvegia da cui si può vedere la piattaforma petrolifera Exxon 1, in pieno Mar di Barents (a due passi dall’Artico). Diciamocelo, fa freddino.
L’unico elemento che ci fa capire si tratti del futuro è l’utilizzo di tozzi esoscheletri per la trivellazione sottomarina, dei powerloader a presa stagna che il traduttore chiama alternativamente “mecha” e “bot”: dalle trame francesi di sicuro è confermato l’uso del termine bots, «des scaphandres bardés d’électronique».

La vita locale si svolge come ogni piccolo paese montano sperduto nella neve, con i lavoratori della piattaforma che fanno su e giù.
Un brutto giorno però arrivano dei mecha che non sembrano guidati da esseri umani, e cominciano a distruggere tutto, sparando anche alle persone ma solo se queste sono armate.

Terry McKrane è l’unico sopravvissuto della distruzione di Exxon 1 e riesce a raggiungere terra, dove si unisce ad un gruppetto di locali che ha deciso di svignarsela: i cattivi mecha non sembrano aver intenzione di far loro del male, se rimangono disarmati, ma non essendo chiare le intenzioni è meglio rifugiarsi fra le colline innevate.
I locali sono guidati dalla grintosissima Ilda Mäkinen: cameriera di giorno, fenomenale cacciatrice nel tempo libero. La donna decide di tirare fuori dalla cassapanca un vecchio regalo del nonno: un potente fucile da cecchino che, a quanto scopriamo, è in grado di abbattere un mecha, se il colpo è piazzato bene.

Il gruppo variopinto si avvia mentre si chiede chi siano mai quei robottoni e quale sia il loro piano, ma fra le colline scopriranno che le domande aumentano… di “dimensione”! Un enorme bot che sembra uscito da un cartone animato giapponese si sta assicurando che nessuno passi di lì. Per fortuna dei ragazzi locali, cresciuti a videogiochi e quindi in grado di guidare astronavi, darà al gruppetto di sopravvissuti il giusto apparato tecnico-militare.

Chissà quanti anni dovremo aspettare per sapere da dove arrivino quei perfidi mecha e perché ci sono dei robottoni fra le colline: c’è davvero in atto una guerra fra cartelli del petrolio per il controllo della preziosa base petrolifera locale? Oppure sono robot venuti dallo spazio ad invadere la Terra, come in un vecchio romanzo di H.G. Wells citato nel testo? Purtroppo lo scopriremo fra anni…
Intanto merita assolutamente questo fumetto sia per la frizzantezza del testo sia per la bellezza dei disegni del nostro Marino: facciamo tante figuracce all’estero, ma almeno nel campo del disegno andiamo a testa alta.
L.
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Ottima chicca davvero impossibile resistere a tutti questi robot! Il titolo Miliusiano non so se abbia un riscontro nella storia, però è la ciliegina sulla torta 😉 Cheers
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Questo è il grosso problema dei fumetti francesi: ci vuole un casino per vederli finire, e non è neanche detto che vengano tradotti tutti i volumi. Per non parlare di quanto costano.
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Problemi belli grossi e irrisolvibili. La Cosmo ha tagliato corto e ne ha presentati quintali in edicola, a prezzi buoni, ma ridotti a piccolo formato e quasi sempre in bianco e nero, cioè ammazzandoli. Non è un problema di facile soluzione…
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… E se mai volessero (la Cosmo, più che altro) presentare Ghost War qui da noi, avremmo di nuovo lo stesso problema: formato piccolo e un bianco/nero assolutamente castranti nei confronti dell’ottima prova di Martino.
Sempre che non se ne occupi qualcun altro, e allora tornerebbe il problema (fermi restando i tempi biblici) dei costi e delle traduzioni non sempre complete… insomma, non se ne esce.
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Poi ha scelto un’altra via: ora pubblica in paperback costosetti e i primi tentativi erano stampati su carta sbagliatissima, con risultati da tragedia (ma non ricordo se si trattasse anche di fumetti francesi).
Ora la Cosmo stampa bene, ma i costi sono alti, per quel genere di pubblicazioni.
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A parte qualche raro caso, la Cosmo degli inizi pubblica quasi esclusivamente titoli francesi, anche quando li chiamava “USA” 😛
I numeri che vedo ora in edicola continuano ad essere francesi, ma magari qualche americano gli sarà pure scappato.
La Serie Marrone, con la collana Weird, letta in bianco e nero mi ha dato tanta tristezza…
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Quelli nel formato bonellide erano per lo più francesi, ma ora sta pubblicando anche a colori e in un grande formato. Mi chiedevo se avesse passato a quel formato anche qualcosa di francese o belga…
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Il mese scorso addirittura ha fatto uscire i fumetti di SAS, che per i lettori italiani tipo un dio, l’unico eroe letterario campione di vendite fisso dal 1966 ad oggi! Temo non si sia accorto nessuno dei fumetti…
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Io non li conosco. Ho appena cercato su internet e sembrano copertine di Segretissimo.
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Sì, perché Segretissimo lo pubblica da cinquant’anni ed è l’unica serie che abbia mai venduto bene, rimanendo un mistero per tutti: 200 titoli con un protagonista ristampati costantemente e sempre in vetta alle classifiche di vendita. Ma solo a romanzo: hanno provato a fare altro ma è un eroe a medium unico 😀
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Sicuramente, certe cose perdono tanto in formato piccolo e in bianco e nero, però non sempre ci si può permettere certe spese…
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Vero. Invece col fumetto digitale si abbattono gli alti costi del colore e si possono mettere prezzi più abbordabili, ma l’Italia lo scoprirà solo quando il fumetto sarà estinto. Per fortuna il fumetto americano è arrivato a questa conclusione da parecchio tempo 😛
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Non si è ancora accettabilmente diffuso nemmeno il libro digitale 😛
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Ma almeno le case lo usano da anni, anche se non lo pubblicizzano e non ne parlano, anzi lo schifano in pubblico.
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Alcuni blogger che seguo hanno preso, in digitale, bei cartonati a prezzi di caramelle, complici le offerte.
Secondo me si diffonderà, non fosse che “l’odore della carta” nei fumetti è più puzza di morto appestato ^^
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Pensa che a settembre, in occasione dell’uscita di “The Predator” al cinema, la Dark Horse ha fatto un’offerta incredibile: con 30 euro, ripeto 30 euro, potevi comprare in digitale TUTTI i fumetti di Predator dal 1989 ad oggi! Parliamo di non so quante decine di saghe, trent’anni di fumetti per 30 euro!
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Però calcola che molti non devi leggerli, solo guardarli 😛
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ahhaha vero 😀
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Da amante di Appleseed, Robottoni e distopie, vado a recuperarlo da qualche parte ❤
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E’ un ottimo primo episodio: speriamo i prossimi saranno alla stessa altezza 😉
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