
Meraviglia delle meraviglie, con questo primo numero della raccolta in volume di “Mech Cadet Yu“, che trovate su Amazon a circa 5 euro, ho ritrovato l’emozione dei “robottoni” della mia infanzia: assolutamente consigliato!
Tutto comincia nel 2012, quando all’antologia Shattered: The Asian American Comics Anthology partecipa Greg Pak scrivendo una storia di dieci pagine, disegnata magistralmente da Takeshi Miyazawa. Si intitola Los Robos e si chiude in modo tale da lasciare intendere come possa essere l’inizio di una splendida saga, se qualcuno fosse interessato.
Risponde la Boom! Studios che subito dà l’incarico a Pak: che liberi pure i suoi robottoni nel mondo. Nasce Mech Cadet Yu, che è la vostra serie preferita… anche se non lo sapete!

Sessant’anni fa dal cielo è sceso sulla Terra un Robo Mech, che ha scelto il giovane Skip Tanaka per guidarlo alla vittoria contro un terribile nemico: gli Sharg, mostroni enormi che stavano facendo scempio del nostro pianeta. Da allora, ogni quattro anni tre Robo Mech scendono in Arizona e scelgono tre giovani, che saranno i custodi della Terra. Per fornire giovani preparati, è stata fondata la Sky Corps nei pressi di Los Robos, la località dove appunto c’è l’appuntamento con gli esseri meccanici senzienti.
Questi infatti sono sia robotici, cioè hanno una loro programmazione e un loro comportamento, sia mech, quindi rispondono ai comandi dell’umano che si siede nella cabina nel loro petto.

Il giovanissimo Stanford Yu sogna di far parte dei cadetti della Sky Corps ma è solo il figlio della signora delle pulizie, ovviamente preso in giro dai cadetti snob con la puzza sotto il naso, come per esempio Park: austera figlia del generale e quindi già votata al successo. Gli altri suoi compagni si assicurano le quote razziali: Sanchez ed Olivetti…

La situazione cambia inaspettatamente quando all’appuntamento si presentano solo due Robo Mech, e nessuno dei due sceglie la viziata Park. Il terzo essere robotico è caduto lontano dagli sguardi della Sky Corps, e per puro caso è “soccorso” da Yu. Il robot, vistosamente meno in forze rispetto agli altri due, sceglie il ragazzo come proprio pilota.
Quando il generale scopre che sua figlia è rimasta fuori, ne è addirittura contento: ha ben altri piani in serbo per lei. Le affida così Hero Force One: il primo Robo Mech costruito interamente dagli umani.

Inizia così l’addestramento del giovane Yu, ad opera del vecchio eroe Skip Tanaka. La squadra di ragazzi dovrà imparare principalmente la lezione più ostica, cioè a lavorare insieme e non a cercare ognuno di fare l’eroe per conto proprio. Ma ad un certo punto bisognerà fare un salto in avanti con le lezioni, perché d’un tratto un gruppo di Sharg si presenta e comincia a distruggere la città: è tempo che il giovane Yu diventi grande in fretta, e con i suoi amici guidi i Robo Mech alla difesa della Terra.

Una storia classica, un canone standard ripetuto e con davvero ben poche innovazioni o sorprese, eppure è una delizia in ogni sua minima parte: è tutto talmente scritto bene, col cuore e la voglia di divertirsi, che la freschezza della storia è davvero l’ultimo dei fattori.
I disegni di Miyazawa sono splendidi, i robottoni deliziosi e i personaggi al bacio: quattro numeri che non vedi l’ora di leggere e che ti lasciano un delizioso retrogusto dolce. Cosa chiedere di più?

L.
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Spero abbia un guizzo nei motivi: da dove vengono i mech? E i mostroni? Perché la Terra?
E soprattutto, perché solo l’Arizona? 😛
Fin qui, è sicuramente meglio di Pacific Rim ^^
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Non so ancora se appartiene alla serie “Non facciamo domande e limitiamoci a goderci i robottoni” o se fornirà risposte, per ora è un fumetti ghiottissimo che sebbene “canonico” si legge che è un piacere. E di questi tempi è tantissimo!
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Mi stai tirando fuori delle chicche una meglio dell’altra, anche questo merita assolutamente un lettura. Del genere mostri e robottoni è già stato detto tutto, ma saperlo fare con freschezza è sempre apprezzato 😉 Cheers!
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Poi qui siamo al melting pot: scrittore di origini coreane, disegnatore giapponese, storia americana con personaggi multietnici. Ormai i robottoni sono universali ^_^
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I robottoni non mi piacciono come quando ero piccolo ma davvero questa serie sembra catturare l’essenza di quelli anni 70.
Lo sfigato figlio della donna delle pulizie è una aggiunta interessante, da anime triste anni 80 😝
Non mi ha convinto la cabina sul petto. Sono abituato a vederli sulla testa.
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Però… c’è davvero dentro un po’ di tutto, compreso un pizzico di Neon Genesis Evangelion in versione “disimpegnata” 😉
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Credo sia proprio un divertissement, un voler prendere un pizzico di questo e un pizzico di quello e invece di scrivere una storia di robottoni l’autore ha preferito “giocare” con i robottoni, sapendo benissimo di rivolgersi a lettori tutt’altro che ignari dell’argomento.
Non vedo l’ora di leggermi le nuove puntate.
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Qualcuno sta gridando pienamente “Ash dei Pokemon” guardando il protagonista o solo io?
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Penso sia una citazione visiva voluta, come in fondo tutta l’opera 😉
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[…] dalla scrittura di Greg Pak, che ho conosciuto con Mech Cadet Yu, ho subito spulciato il suo nuovo fumetto: “Ronin Island“, il cui primo numero trovate […]
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