Calamity Kate (2019) 1

Cover di Corin Howell

Curioso di vedere cosa combina la Dark Horse Comics, ho ceduto alla curiosità del primo numero di una saga dal nome irresistibile: “Calamity Kate” (su Amazon a circa 3 euro).

La giovane Magdalene Visaggio, con l’aiuto dei disegni di Corin Howell, ci racconta di una donna che combatte i mostri con una katana. Fine delle spiegazioni. Immagino siamo in una dimensione fantastica e che per motivi a noi ignoti ci siano i mostri sulla Terra, ma onestamente ha fatto bene l’autrice a non ammorbarci con lunghe spiegazioni: ci sono i mostri, c’è una combattente e via con l’azione.

Da troppi anni la “tipa tosta protagonista” domina la narrativa popolare quindi questa storia non gode di alcuna freschezza, anzi semmai conferma la deriva pseudo-femminista con la quale le case cercano disperatamente di ingraziarsi i favori di chi nei social strombazza femminismi e metoo vari: se però alle parole non corrispondono i fatti, se cioè non cacciano i soldi per comprare prodotti che corrispondono alle chiacchiere messe sui social, è solo tanta fuffa fastidiosa.

La trama riassunta in un’unica vignetta

Siamo in un’epoca più illuminata e rispettosa, quindi sono i finiti i tempi dell’eroe maschio in una storia dove sono tutti maschi: ora l’eroe è femmina in una storia dove sono tutte femmine. Scusate, ma dov’è la differenza? Perché il primo format sarebbe sbagliato mentre il secondo sarebbe giusto?

Variant Cover di Tana Ford

Calamity Kate è una storia di sole donne, compresa la nemica che arriverà nel secondo numero – che mi guarderò bene dal leggere – e già si preannuncia quella rivalità femminile da “Eva contro Eva” che sembra essere l’unica storia femminile possibile. (In fondo il film La favorita è un semplice harmony superficiale e vuoto che ripete identica la formula Eva contro Eva del 1950: ha vinto un Oscar, però, quindi ormai è legge!)

Non voglio dare troppo significato a un fumettino volante che non cerca certo l'”impegno”, ma è impossibile non notare un femminismo forzato e di facciata che non corrisponde a dei contenuti nuovi da veicolare: è solo paraculismo nella speranza di vendere fumetti alle ragazze. Spero per loro che funzionerà…

L.

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8 commenti

  1. Le idee sono finite da tempo, ma ora viene offerta a tutti la possibilità di continuare a non inventare nulla, basta cambiare il sesso dei protagonisti e dare l’illusione che sia tutto nuovo. Mamma mia se siamo mesi male. Cheers

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  2. Sembra una specie di Buffy meno ironica, da come ne parli.
    È buffo che, nella narrativa occidentale (spesso, anche in Giappone, che forse è uno dei paesi più “occidentali tra quelli a oriente) si possa avere competenza e forza (d’animo, di carattere) solo a sessi alterni, come se avere un comprimario capace dell’altro genere fosse un affronto.

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      • Quindi la semplice continuazione lineare di una storia altrettanto lineare, senza nessuna prevedibile svolta di significato che, del resto, a parte l’apparenza non sembra proprio essere la preoccupazione principale (in fin dei conti, cosa cambierebbe qui l’avere dei protagonisti maschili?)…

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      • La scelta del sesso dei protagonisti mi sembra l’unica preoccupazione del fumetto, come a dire: non sappiamo di cosa parlare, buttiamo lì una storiella al volo ma lo facciamo solo per catturare le fantomatiche lettrici (sempre ammesso che esistano) sparando a caso un’eroina femminile asessuata, perché è noto che le giovani lettrici non pensano mai al sesso…

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