Nel febbraio 1986 la milanese Edifumetto continua a presentare la sua personale reinterpretazione del mito cinematografico di Stallone con la testata “Raimbo“, disegnata – come scopro dal lettore Marcus Daice – da Luigi Filippucci.

Centro America, una giungla dove si stanno nascondendo dei rivoluzionari guidati dal capitano Gutierrez. I ribelli hanno rapito l’americano Lester e lo stanno torturando per farsi dare informazioni: tranquillo… sta arrivando Raimbo!

Al contrario del suo omologo cinematografico del primo film, questo Raimbo massacra tutto ciò che si muove, e smette di uccidere rivoluzionari solo quando ne becca uno donna: ovviamente in questo caso c’è altro da fare, nella giungla, e Raimbo si ricorda di essere un galantuomo…

Liberato al fine l’ostaggio, fra i due americani nasce una complicità che… ehm… no, non va proprio così: questo personaggio a fumetti è più vicino ad un sociopatico che ad un eroe!

Brusco e bruto in ogni occasione, questo psico-rambo è una macchina di morte e di sesso: il tentativo del primo numero di studiare anche una trama che faccia da sfondo mi sembra già bello che evaporato…
L.
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Raimbo: tutto quello che non uccide, lo violenta. Ci sono gli estremi per una parodia di Leo Ortolani 😉 Cheers
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ahahh la frase ci sta tutta e andrebbe scritta sulla copertina di questa testata 😛
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Che poi, cosa buffa (se così si può dire), in questo numero Raimbo VIOLENTA per davvero la guerrigliera prigioniera… giuro, non è un eufemismo, si tratta proprio di stupro.
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Infatti è una scena molto strana e sgradevole, di solito né il personaggio né gli altri albi mostrano stupri, a meno di testate dedicate al sadismo esagerato.
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Mi sa che più che sociopatici, ‘sto coso è proprio psicopatico 😦
Ma i fumetti erotici non dovrebbero avere qualcosa di sexy?
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Per ovvi motivi non ho messo le tante scene pornografiche, più che sexy, ma gli anni Ottanta sono stati un decennio di grande transizione in questo tipo di fumetti. Negli anni Sessanta erano semplici storie avventurose con una protagonista frizzante calata in situazioni da feuilleton con giusto qualche scena di casto nudo (addirittura i seni erano senza capezzolI!); negli anni Settanta si è andati oltre e le situazioni e le allusioni si sono fatte più audaci, ma negli Ottanta è arrivata la pornografia più spinta, di fatto mettendo in terzo o quarto piano le sceneggiature. Spesso ci si limitava a situazioni tipiche della commedia sexy all’italiana ma spinte molto più avanti.
Qui in “Raimbo” è forte la spinta del nascente gusto per lo splatter, per le morti elaborate e la spietatezza: in molte scene mi è sembrato di tornare nell’88 quando ho “scoperto” Dylan Dog 😉
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Io ricordo un altro simil-Rambo fumettistico di cui, però, non sono riuscito ancora a trovare una vera e propria traccia in rete: William Berloni detto Dark (il disegnatore sembrava addirittura essere lo stesso Enrique Romero della primissima Modesty Blaise), pubblicato probabilmente sull’Intrepido nei primi ’90, con delle storie che non erano poi male… Magari ne sai qualcosa più di me a riguardo.
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Purtroppo non mi dice niente, e gli unici Intrepido che girano sono degli anni Cinquanta e Sessanta. Ottimi per recuperare Modesty Blaise d’annata ma ancora privi del “machismo” tipico anni Ottanta.
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[…] recensito anche i numeri 2, 3 e […]
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