
Continuano le ultime vergogne della Dark Horse Comics, che in fretta e furia sta gettando fuori bordo la zavorra di Aliens e Predator prima che i marchi passino alla Marvel, dal gennaio 2021.
Era addirittura febbraio 2020 quando la casa ha preannunciato un ulteriore capitolo di una saga che non riusciva a finire in modo soddisfacente neanche il primo: Predator: Hunters III. L’uscita di questa inutile serie immagino sia stata fissata ad un numero ogni dieci mesi, tanto da anni è questa la cadenza che la Dark Horse dedica ad un universo che palesemente disprezza, poi è arrivato il COVID-19 e tutto si è fermato: a novembre è uscito in fretta e furia il volume TPB con tutta la storia, che da mesi e mesi era ferma al numero due.
Ricordiamo che ai consueti sopravvissuti della saga in questo terzo ed ultimo numero si aggiungono altri due personaggi storici dell’universo della casa: Schaefer, che per l’occasione viene battezzato John, e Valentina Ligachev. Il primo è il fratello di Dutch, protagonista del film Predator (1987), e la seconda è la soldatessa sovietica con cui vive l’avventura Predator: Cold War (1991).
Si parte tutti per il Belize e ci si immerge nei pressi dello Yucatán perché Schaefer si sente che lì ci sono i Predator, mentre la Ligachev e i suoi mercenari raggiungono lo stesso posto da terra: i due gruppi si incontrano alle antiche piramidi Maya, dove i due cacciatori spaziali si sono asserragliati, collezionando teschi e litigando tra di loro. Perché litigano? Boh…
Uno di loro adotta l’equivalente alieno della tecnica “mo’ me ne vado e porto via il pallone”, così chiama la nave-madre, e ne nasce uno scontro con il compagno cacciatore immagino per questioni d’onore. Uno dei due muore, arriva la nave, se li carica entrambi, l’unico umano presente viene lasciato in pace perché è un fratello in Cristo e finisce la scena. Oh, quando vi viene voglia di spiegarci qualcosa fatelo pure, eh?
Intanto la Dark Horse a sorpresa si riaggancia al film sbagliato, cioè al The Predator (2018) di Shane Black, che purtroppo ha creato più universo narrativo di quanto il buon gusto vorrebbe. Così esce fuori che il redivivo Herrera in realtà è entrato nel gruppo Stargazer – i “cattivi” che vogliono mettere le mani sulla tecnologia aliena – e quindi è tornato fra gli Hunters solo per spiarne i movimenti e arrivare a mettere le mani sui Predator.
E quindi ora… e quindi ora FINE.
Un’altra nuova buffonata della Dark Horse: per fortuna la casa non metterà più le sue luride manacce sui Predator, e la Marvel dovrà impegnarsi duramente per poter fare peggio, semmai sia umanamente possibile.
L.
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