
Nell’anno in cui si festeggia il trentennale del film Hardware (1990) di Richard Stanley – che oggi presento sul Zinefilo ma anche sul CitaScacchi – la Bonelli non poteva lasciare che la sua testata di fantascienza “Nathan Never” rimanesse silenziosa sull’argomento: Bepi Vigna quindi ci regala una doppia storia – La città del vento (n. 354, novembre 2020) e Check Point 23 (n. 355, dicembre 2020) – del tutto slegata dal film, ma è chiaro da dove arrivi il robot assassino Mark 13.

Per me è un mistero come facciano i disegnatori a creare vignette così enormemente particolareggiate, virtuose e dinamiche, quindi posso solo esaltare la bravura di Romeo Toffanetti, che ci regala un doppio numero da gustare in ogni vignetta. Il suo robot assassino mette davvero paura e la sua presenza è sempre minacciosa.

Ad essere onesti, la storia mi è sembrata decisamente scarsina già solo per un numero, figurarsi due. Nathan deve far scappare una spia da una città stando attento ad una talpa interna all’Agenzia Alfa: un classicone, e in nessun momento si cerca di inventarsi qualche trucchetto diverso per non far sembrare tutto quanto straordinariamente ovvio. Ma non importa, perché quando Mark 13 sale su un palazzo con su scritto “Hardware”, per me è promozione piena!

Mi sono sempre piaciute le “strizzate d’occhio” di Nathan Never a celebri film di fantascienza, con il giusto equilibrio di omaggio e paraculismo. Questa storia non può tecnicamente dirsi un omaggio al film Hardware, visto che l’unico legame è il robot assassino Mark 13 (di forma diversa), ma già quel nome scalda il cuore e mi ha fatto apprezzare una storia che non considero ispirata, senza quella piccola dose di citazionismo.
L.
– Ultimi fumetti Bonelli:
- Nathan Never contro Mark 13 (2020)
- Tex Citazioni 15
- Zagor vs Zombie! (2020)
- Dylan Dog 409 (2020) Ritorno al buio
- Texone 36 (2020) La vendetta delle ombre
- Dampyr: andarsene a fare in Cthulhu (2020)
- Quando Julia finì in galera (2014)
- Quando Nathan Never finì in galera (2013)
- Quando Mister No finì in galera (1980)
- Quando Tex finì in galera (1972)
[…] aver letto la doppia storia di “Nathan Never” di novembre-dicembre, ho deciso di chiudere il 2020 festeggiando il trentennale di uno storico film a cui la Bonelli […]
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[…] aver letto la doppia storia di “Nathan Never” di novembre-dicembre, ho deciso di chiudere il 2020 festeggiando il trentennale di uno storico film a cui la Bonelli […]
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Direi che stavolta si tratta per davvero di una citazione e non di una delle solite “”citazioni”” tra doppio set si virgolette (di quelle che scatenano i deja vu di ogni genere 😛 ).
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Sì sì, confermo, una citazione senza virgolette 😀
Specificando però che è l’unica parte interessante della storia lunga, temo di non aver fatto un complimento alla testata…
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Eh, ci si può fare poco, una serie tanto lunga ed episodica si porta dietro il limite di dover uscire regolarmente con qualcosa, qualsiasi cosa, anche se la storia è moscia e/o i disegnatori più abili sono tutti impegnati.
Qui chi disegna sembra capace, per lo meno: la vignetta con il robot sul tetto è costruita bene, ha un certo impatto.
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A me i disegni sono piaciuti parecchio, ma non seguo la serie in modo tale da valutare se siano nella media o superiori. Di solito mi sembra che Nathan abbia mediamente buoni disegni, anche perché di solito sono storie ambientate in un futuro supertecnologico che deve sfoggiare un numero enormi di particolari, immagino non facili da rendere.
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Però hai fatto i complimenti a Romeo Toffanetti, disegnatore storico di Nathan Never nonché uno dei migliori 😉
Sapevo che non avresti potuto resistere, vedendo un Mark 13 aggiornato su queste pagine! A dire il vero, forse non è la prima volta che ci si rifà indirettamente a lui nell’universo neveriano: in un paio di numeri di “Agenzia Alfa – Generazione Futuro” possiamo infatti vedere in azione due micidiali robot modello Erkeon (creati per scopi assolutamente NON pacifici) uno dei quali, il biomeccanico e senziente prototipo Achilles, viene recuperato e riattivato in una discarica di cyber-rifiuti… mentre l’altro, con l’abilità di modificare la propria struttura a seconda degli attacchi dell’avversario, viene usato nei combattimenti clandestini. E, essendo instabile per via della sua programmazione assassina, quando s’incazza sul serio gli spettatori nell’arena rischiano alla pari degli sfidanti: nessuno è al sicuro, insomma, proprio come con un Mark 13 😉
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Non ho dubbi che quel mitico film abbia lasciato più di un seme nei campi della Bonelli 😛
I disegni sono davvero spettacolari, sono contento che sia un disegnatore storico.
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