Maxi Zagor 41 – La nave fantasma (2021)

Cover di Alessandro Piccinelli

Ogni tanto mi piace spiluccare le avventure di un personaggio che non ho mai amato né seguito, Zagor, e lo faccio quando mi ritrovo incuriosito dalle tematiche affrontate. Ricordo ancora con piacere un lungo e stancante viaggio in treno allietato da un “Maxi Zagor” che mi è molto piaciuto, quindi all’apparire di questo speciale con tema “navi fantasma” non potevo che rispondere: «Presente».

Il 2021, anno in cui si festeggiano gli ottant’anni della Sergio Bonelli Editore, si apre con La nave fantasma di Antonio Zamberletti, disegnato dal bravo Alessandro Chiarolla.

Sin da quando da bambino degli anni Ottanta beccavo spesso in TV il cortometraggio d’animazione Spooky Swabs (1957), in cui Braccio di Ferro ed Olivia si ritrovavano a bordo di una nave letteralmente fantasma (cioè infestata da fantasmini dispettosi), ho avuto un debole per il tema Ghost Ship, tanto da gustarmi la novella esplosione del genere a cavallo del Duemila (e recensendola nel Zinefilo). Potevo resistere alla sirena di Zagor, che prometteva un’avventura navale fantasmosa? Ovviamente no.

Questa sì che è una ghiotta nave fantasma!

Così salgo a bordo del “Maxi Zagor” di gennaio 2021 e devo dire che mi sono molto divertito alla ricerca della misteriosa nave fantasma che appare dal nulla e semina panico e morte, anche perché è risultato presto chiaro che l’autore stava rielaborando un classicone che parimenti porto nel cuore, quel Philadelphia Experiment (1984) che ho visto in videocassetta da ragazzo e mi ha marchiato il cuore. (Bei tempi, quando Michael Paré giocava in serie A.)

Strizzare l’occhio a John Carpenter è sempre cosa buona e giusta

Prerogativa essenziale perché io riesca a leggere un’avventura di Zagor è che Cico sia assente, che meno lo vedo e meglio mi sento. Disprezzando profondamente quel personaggio sono stato più che felice di come l’autore l’abbia tenuto a bada in questa storia, evitando battutine moleste e carambite sparse, rendendo Cico uno dei vari personaggi di una storia corale e non protagonista ossessivo di spettacolini pseudo-comici.

Dove si vota per avere lo squalo fisso al posto di Cico???

Forse, e specifico forse, la seconda parte della lunga storia mi è sembrata meno ispirata rispetto alla prima, ma probabilmente è un’impressione figlia del fatto che preferisco la caccia alle navi fantasma per mari perigliosi piuttosto che gli scontri armati su un’isola misteriosa tra personaggi parimenti misteriosi. Mi sono gustato anche la seconda parte, lo specifico, ma ho preferito la prima.

Zagor novello Jamie Lee contro The Fog!

Ricordando che non amo Zagor e spesso trovo troppo “buoniste” le sue avventure, un complimento che arrivi da me vale doppio. Ovvio che anche questa avventura è “buonista”, ma lo è con gusto e sa compensare con una storia intrigante e splendide scene d’azione, magistralmente rese dai disegni di Chiarolla.

L.

P.S.
Vi ricordo il blog di Moreno, grande appassionato di Zagor.

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15 commenti

  1. Chiarolla, in genere poco apprezzato dai “puristi” di Zagor perché il suo stile si discosta troppo da quello di Gallieno Ferri, è secondo me un ottimo disegnatore che dà il suo meglio proprio in ambienti marini. In rete si trovano anche sue splendide illustrazioni dedicate a Zagor, a volte veri dipinti.
    Questa storia non l’ho ancora letta, ma vedo che Zagor ammazza uno squalo a coltellate. Un altro. Ne ha fatti fuori più lui che l’inquinamento. 😂

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    • Da un personaggio così buonista mi aspettavo che convincesse lo squalo a diventare vegetariano! 😀
      Scherzi a parte, temo che la scena squalesca fosse una tappa obbligata di un’avventura in mare aperto, che comunque ho apprezzato di più della seconda parte, che si svolge su un’isola misteriosa.
      Forse il mio essere non-fan di Zagor mi permette di apprezzare un artista inviso ai puristi, comunque ha saputo creare scene molto dinamiche e tavole davvero belle.

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  2. Philadelphia Experiment! È nella mia lista da tempo, e probabilmente c’è entrato proprio dopo aver letto qualcosa di tuo. E anche citato in un libro che sto leggendo su John Carpenter (che novità) perché zio John ha rischiato di dirigerlo, quel film. Provò invece a scriverne una sceneggiatura, fallí, e rimase come produttore (cosa che sapevo grazie alla Bara Volante, in realtà).

    Grazie della citazione al mio post su The Fog!!! :–)

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    • Visto oggi, con diecimila film sui viaggi nel tempo, non so quanto funzionerebbe, ma ti assicuro che visto sul finire degli Ottanta “Philadelphia Experiment” è stata una bomba: era la versione drammatica e seria di “Ritorno al futuro”, da un certo punto di vista, e lo ricordo molto appassionante. Però avevo meno di 15 anni quindi non garantisco che il film visto oggi possa regalare le stesse emozioni.
      Qui Zagor sa gestire la cosa in pieno Bonelli Style, cioè strizzata d’occhio ma senza copiare, quindi aggiungendo l’altra strizzata d’occhio alla nebbia diciamo che si strizzano gli occhi nella direzione giusta 😉

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      • Io ho sempre adorato le strizzate d’occhio Bonelli, sono cresciuto leggendo Dylan Dog, Martin Mystere e soprattutto il mio preferito: Nathan Never! La maggior parte delle volte c’erano sentiti omaggi a film e libri che non erano plagi ma anzi, invitavano a riscoprire o scoprire i materiali originali a cui si ispiravano!

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      • Le strizzate d’occhio e le rielaborazioni piacevano anche a me, soprattutto nel primo Nathan Never, poi però c’è stato un periodo in cui a forza di “strizzare” si finiva per “rifare” e non era il massimo.

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  3. A me Zagor non dispiace, anzi assieme a Dampyr è l’unico Bonelli che ancora acquisto in edicola, però comprendo che possa non piacere sopratutto per alcune dinamiche antiquate, tipo la omnipresenza di Cico a volte dannosa, però ti confermo che in questi ultmi mesi il personaggio stia vivendo un periodo d’oro. Un esempio è stata la doppia avventura a tema zombesco scritta da Marolla.
    Un abbraccio.
    Nick

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    • Infatti quella l’ho molto apprezzata: magari quello stile diventasse il nuovo standard di Zagor!
      Questo speciale mi sembra un ottimo compromesso fra uno stile “leggero” e un’avventura più corposa, ma confesso che quando si aprono parentesi all’insegna del “Caramba y Carambita” metto mano alla Colt! 😀

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  4. Tenendo conto che da parecchi anni io di lui cerco ormai SOLO questo tipo di avventure, uno Zagor mysterioso quanto basta, qui omaggiante nientemeno che “Philadelphia Experiment” assieme a una certa nebbia di carpenteriana memoria… sì, credo abbia tutte le carte in regola per piacermi 😉

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