
Dopo aver letto la storia lovecraftiana del Piccolo Ranger, personaggio che sembra scritto come a voler fare una versione giovanilistica di Tex, il pensiero è subito andato ad una celebre storia similare del nostro ranger nazionale: “Il fiore della morte” (nn. 160-162, febbraio-aprile 1974), che inizia con un capitolo il cui nome è più che esplicativo: “La morte viene dal cielo“:

Come già raccontato, siamo in anni di inarrestabile esplosione del paranormale in Italia, e autori come Lovecraft vengono scoperti per la prima volta: un anno prima di questo fumetto la Sugar presenta le Opere complete dell’autore, quindi non stupisce che uno dei suoi racconti all’epoca più ristampati in Italia – Il colore venuto dallo spazio – attirasse l’attenzione del decano Gianluigi Bonelli. Proprio lui, il fondatore, il papà di Tex, che quasi settantenne firma per il Tizzone d’Inferno una storia (disegnata dal consueto Guglielmo Letteri) che poi verrà ripresa due anni dopo dal Piccolo Ranger.

Siamo nell’epoca d’oro della panspermia, la presa d’atto che l’universo è pieno di elementi potenzialmente utili a creare la vita, trasportati dalle comete: e quando una di queste crolla sul pianeta giusto, nelle giuste condizioni, ecco che siamo tutti figli delle stelle, come cantava Alan Sorrenti nel 1977.
Quindi una notte “qualcosa” arriva dallo spazio e atterra nel deserto, modificando la vita locale fino a creare forme di vita inquietanti.
I pellerossa del posto chiamano Aquila della Notte e i suoi inseparabili compagni per indagare sullo strano fenomeno di uomini uccisi da strani… fiori che si muovono!

Dopo le verbosissime indagine – purtroppo a papà Bonelli piaceva la parlantina, quindi in pratica questo è un romanzo con ogni tanto un disegno! – i nostri eroi chiamano in aiuto il solito Morisco, presente in tutte le storie di Tex votate al paranormale, e tutta l’allegra compagnia giunge a comprendere come sia arrivato dal cielo un qualcosa che ha modificato la natura di alcune piante fino a creare uno spietato assassino vegetale.

Mentre due anni dopo il Piccolo Ranger è più lovecraftiano perché racconta le orrende mutazioni del corpo dei viventi a contatto con le piante modificate, qui siamo ancora in un periodo in cui Tex non mostra neanche i cadaveri, attento com’è ad ogni “genitore ben pensante” che potrebbe gridare allo scandalo. Lo stesso il riccio assassino fa il suo bel dovere: se non fosse mortalmente verbosa, sarebbe un’avventura paranormale molto ghiotta.
L.
– Ultimi fumetti nel Weird Western:
- Zagor Color 16 (2022) La nave volante
- Zagor Color 11 (2020) Il rapimento di Icaro La Plume
- Zagor Speciale 3 (1990) La città sopra il mondo
- Zagor+ 6 (2022) La fratellanza infernale
- Zagor contro i dinosauri (1966)
- Tex – Le terre dell’abisso (1960)
- Piccolo Ranger 153 – Viaggio nella preistoria (1976)
- Tex – Il fiore della morte (1974)
- Piccolo Ranger 149 – La rupe della paura (1976)
- Texone 36 (2020) La vendetta delle ombre
Questo lo avevo letto pensando subito a Lovecraft, lo avevo completamente dimenticato, mi hai sbloccato un ricordo come si dice in questi casi 😉 Cheers
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Avendolo letto da ragazzo, mi sono reso conto di averlo fuso nel ricordo con “Star Trek” serie classica: ricordi l’episodio dove sul pianeta alieno c’è un fiore che si gira e spara dardi alla solita camicia rossa dell’Enterprise? In effetti comunque c’è qualcosa di simile 😛
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Questa storia mi è rimasta impressa, la trovato abbastanza inquietante, ma devo ammettere che mi sono rimaste impresse quasi tutte le incursioni di Tex nel paranormale visto che sono così rare!
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Quei “ricci spaziali” riescono a creare atmosfere belle tese, Bonelli padre qui tira fuori bella robbetta, anche se il vizio di riempire le vignette di parole non se l’è mai tolto 😛
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Ammetto di aver sempre snobbato Tex ma mi rendo conto che alcune storie come questa, che fino a poco fa nemmeno ricordavo esistere, mi si sono impiantate a fuoco in qualche angolo remoto del cervello. Probabilmente si tratta di uno di quei ricci verdastri che mi si è incastrato da qualche parte…
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ahahaha e con la sua volontà ti spingeva a non leggere Tex 😀
Il ranger è stato il mio primo e principale eroe bonelliano per tutta l’adolescenza, ma ero predisposto geneticamente: oltre ad essere nato insieme a Tex, mio padre ne è stato un avido lettore quindi malgrado la mia fase di ribellione giovanile alla fine ci sono cascato anch’io. Poi sono arrivati Dylan Dog e Nathan Never, che erano “eroi giovani per noi giovani”, ma Tex era la figura paterna da cui era difficile allontanarsi.
Le storie paranormali di quegli anni erano spesso memorabili e capaci di creare belle atmosfere.
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In questo caso, poi, io ci aggiungerei anche un pizzico de “Il giorno dei Trifidi” (l’adattamento cinematografico annata 1963 del romanzo di John Wyndham), con le sue semoventi mostruosità vegetali di origine meteorica 😉
P.S. In tempi più recenti, “Magico Vento” avrebbe omaggiato direttamente nientemeno che “L’invasione degli ultracorpi”…
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Ah, vero, non ci avevo pensato! Sicuramente i trifidi hanno avuto una parte importante nell’ispirazione, con queste piante parecchio “moventi” 😛
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