
Il 24 novembre 2021 è uscito il numero 20 della testata “Color Tex”, con il consueto formato antologico.
– La terribile banda
A sorpresa trovo apprezzabile una storia firmata dal mio arci-nemico Mauro Boselli, forse perché il soggetto non è suo bensì di Marco Bechere, ed essendo io un acidone mi piace sottolineare come il finale sia troppo “allungato”. Chiusa la parentesi acida, oggettivamente questa è la storia migliore dell’albo.

I bulletti c’erano pure nel Far West, così il giovanissimo protagonista si ritrova per scommessa a dover rubare una pistola di Tex, ma quando scopre che il ranger è preso di mira da una pericolosa banda locale dovrà decidere da quale parte stare.
Racconto “di cuore”, simpatico, frizzante, emozionante, insomma da gustare, soprattutto con gli splendidi disegni di Guido Masala e i colori di Matteo Vattani.
– La voce del muto
Sarà cattivo dirlo, ma certo che dopo la prima storia non è facile per Diego Cajelli presentare il suo racconto, disegnato da Mario Jannì e colorato da Virginia Chiabotti.

Un eremita chiamato solamente “il Muto” accoltella senza motivo un tizio e Tex vuole vederci chiaro, quando però il “colpo di scena” è così ovvio che la storia ne soffre parecchio.
– Funerale a Sierrita
Voglio un mondo di bene al decano Claudio Nizzi, ma certo il pochissimo spazio a disposizione non è stato il modo migliore di tornare a fare capolino nel mondo texiano, anche se aiutato dagli ottimi disegni di Rodolfo Torti e i colori di Erika Bendazzoli.

Ricevuta una richiesta d’aiuto da un vecchio amico sceriffo, Tex arriva a Sierrita ma troppo tardi: i cattivi hanno vinto e ora sono loro la legge in città. Hanno fatto però i conti senza le Colt di Tex.
La storia si basa tutta sui “superpoteri” del Tizzone d’inferno, in grado di sventare un’intera banda con una mano sola: Nizzi ci ha regalato troppo oro per poterci accontentare di questa storiellina.
– Memorie di un soldato
Se Nizzi è stato penalizzato dal troppo poco spazio, con Emanuele Mosca c’è il problema opposto: lo spazio a lui dedicato è troppo lungo per la storia che deve raccontare, disegnata da Fabrizio Russo e con i colori di Erika Bendazzoli.

Un vecchio soldato in pensione racconta un’incredibile storia, di come cioè durante la sua lunga vita militare Tex gli abbia salvato la vita ben tre volte… senza saperlo! Il ranger non ha idea di chi sia questo soldato eppure, per un gioco di coincidenze, a lui l’uomo deve la vita tre volte. Riuscirà finalmente a ringraziare il suo benefattore?
L’idea è deliziosa e la trovata ghiotta, ma non sono riuscito ad apprezzarla a dovere.
– La lama del rasoio
Torna il romanziere nero che per un certo periodo ha curato la testata stessa, Pasquale Ruju, e ci regala un cattivo d’eccezione, grazie ai disegni di Marco Torricelli e ai colori di Oscar Celestini.
Non è facile per un barbiere radere il collo del criminale che tempo prima gli ha ucciso l’amata moglie, ma la vendetta deve aspettare. Almeno finché in città non arriverà un ranger dal colpo sicuro e allora anche i più restii potranno finalmente alzare la testa.

Un degno modo di concludere la raccolta, con un condensato di noir dove Tex fa solo da causa scatenante a una vicenda molto più piccola, personale e dolorosa.
Per un personaggio abituato a lunghe saghe, mi piace gustarmi racconti più brevi e immediati, quindi fra alti e bassi continuo ad apprezzare il formato antologico di questo speciale a colori.
L.
– Ultimi fumetti di Tex:
- MaxiTex 31 (2022) I quattro vendicatori
- Tex Color 21 (2022) La Gazza Ladra
- Tex 741 BIS (2022) L’eredità del bandito
- Tex Classic 139-140 (2022)
- Tex Color 20 (2021)
- MaxiTex 29 (2021) Mississippi Ring
- L’estate BIS di Bonelli (2021)
- Tex – Le terre dell’abisso (1960)
- Tex – Il fiore della morte (1974)
- RujuTex – Il ritorno di Proteus (2018)
Ruju è sempre una garanzia, anche se lo preferivo quando si occupa di Dylan Dog.
"Mi piace"Piace a 1 persona
In DyD non l’ho mai letto, ma Ruju mi piace assai quindi immagino apprezzerei anche quelle storie. Ha quel tocco da “storia nera” con cui sa condire molto bene storie lunghe il giusto, cioè non mostruosamente e noiosamente e inutilmente lunghe come fa il mio arci-nemico Boselli 😛
"Mi piace""Mi piace"