
Con il numero agostino di “Nathan Never“, La rinascita, si conclude questa sorta di ciclo introduttivo con cui la Bonelli sta preparando il ritorno del super-cattivo Skotos in questo universo narrativo.
Sta al decano Bepi Vigna – con i disegni di Sergio Giardo e Romeo Toffanetti – continuare a tessere l’enorme tela che unisce passato e futuro dell’Agenzia Alfa, continuando il suo stile telenovela: brevi scene che portano avanti varie sotto-trame, un affresco di personaggi e situazioni che allungano a dismisura le trame. In pratica con la storia di uno o due albi ci si può andare avanti più di un anno, frammentando tutto in forma di mosaico.
La Chiesa della Divina Presenza acquisisce sempre più potere e consenso, dopo che alla prophetissima Sorella Rebirth si è unito un misterioso Magister dai grandi poteri.
Intanto la direttrice Elania Elmore, che ormai non è più a capo dell’Agenzia Alfa da quando Nathan l’ha smascherata e allontanata, ha problemi con i suoi “veri” datori di lavoro, che le hanno rapito il figlio per costringerla a fare qualcosa che ancora non sappiamo.
May, sempre più infognata con la nuova chiesa, è tornata dalla sede tropicale dell’Agenzia per fare a Nathan strane proposte benefiche molto dispendiose.
Il problema però è che l’Angezia non ha più i fondi di una volta, Sigmund confessa a Legs che il misterioso disinteresse di Elania e la gestione distratta di Nathan – ossessionato unicamente da Skotos – stanno mandando a picco Alfa, che ha già perso quotazioni sul mercato e quindi anche sovvenzioni governative.

I dipendenti dell’Agenzia Alfa sono scontenti ma è Elania stessa a calmare gli animi, sebbene Nathan rimanga dubbioso nei suoi confronti e molto gelido nel suo comportamento.
Per confermare la sua essenza da telenovela, l’episodio si chiude con un un super-mega-colpone di scena da saltare sulla sedia. Che però non basta a compensare la totale nullità narrativa raggiunta dalla testata.
L.
– Ultime letture di settembre 2022:
Ancora non leggo neanche il precedente, non mi attirano per niente gli albi così costruiti, che allontanano la lettrice occasionale che è in me amante delle storie autoconclusive, magari fulminanti e senza troppi arzigogoli, che in teoria dovrebbero essere aiutate da un mondo già pre-impostato come quello di queste testate ultradecennali. A quanto pare però stanno cercando di cambiare proprio quel mondo di base…che dire? evidentemente ne hanno ben donde, ma chissà se andrà a finire come per Dylan Dog, dove hanno cambiato tutto e poi però le storie che funzionano sono quelle in cui tutti quei cambiamenti sono totalmente ininfluenti. Chissà, chissà…😛
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Da lettore occasionale non posso che pormi la stessa domanda, soprattutto nei riguardi dello stile narrativo scelto: dieci sottotrame tratte per due pagine ogni albo significa una frammentazione tale che non ha davvero più senso leggere la testata, ormai priva di storia proprio perché paradossalmente ne ha iniziate troppe.
Forse dopo trent’anni non c’era rimasto più nessuno a leggere il povero Musone e così la Bonelli ha provato questa nuova formula nella speranza di attirare quei lettori cresciuti con la DC-Marvel, case che adorano la frammentazione inconcludente e inconsistente, spero per loro che riescano nell’impresa.
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Vigna ha aperto tante di quelle sottotrame che farebbe bene a iniziare a chiuderne qualcuna senza far aspettare degli eoni: i lettori, parlando perlomeno di quelli ancora fedeli come me, non hanno più la pazienza di una volta e contentini come il Nathan del lontano futuro visto nel n°371 -“Rigenerazione”- sono tutt’altro che sufficienti… E a proposito di chiusure d’accordo, uno stanco Serra avrà pure avuto la precisa volontà di “uccidere” il suo Musone nella tripla di commiato di sei anni fa, ma senza comunque dimenticarsi di mostrare in quale modo l’universo originale non sarebbe andato perduto (purtroppo nessuno pare avere l’intenzione di riprendere quell’idea), mentre gli universi “olonomici” e “novellizzati” di Vigna si fa sempre più fatica a capire dove vogliano andare a parare (mi dai cose come “Oltre l’immaginazione” e la saga “Missione Giove” solo per poi lasciare di nuovo tutto in sospeso? E’ già passato un anno, per la miseria!). Non parliamo poi della progressiva, inesorabile cancellazione di tutte le testate collaterali e parallele, cosa che ha rischiato di “ingolfare” la serie principale con storie destinate ai vari Speciali, Agenzia Alfa, Almanacchi e quant’altro… Se poi per tenere a galla il personaggio pensano davvero di rifarsi al modello DC-Marvel, temo che non andrà a finire troppo bene 😦
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Ah, potrebbe essere questa l’esigenza, prendere le storie che prima erano destinate alle serie parallele e fondere tutto nella serie regolare, dedicando due pagine a ogni sottotrama in ogni albo. Boh, contenti loro…
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