Star Trek (2022) 3

Cover di Ramon Rosanas

Terzo numero (dicembre 2022) della nuova avventura spaziale con cui la IDW Publishing rilancia il marchio “Star Trek“.

Collin Kelly e Jackson Lanzing ai testi e Ramon Rosanas ai disegni mi portano in un luogo triste, perché dopo due numeri molto ghiotti fanno entrare in campo il personaggio che più odio in questo universo, dopo Picard: ci portano tutti a fare in Q…

Q che cita “Breaking Bad”, il peggio del paggio!

Tutta la storia è un guazzabuglio incomprensibile, con disegni pessimi e personaggi in libertà, tutto il contrario dei primi due numeri: ammazza quanto sono stati veloci a smerdare tutto! Per me la saga finisce qui.

L.

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14 commenti

  1. In effetti, nemmeno io posso dire di essere felicissimo dell’uso che è stato fatto di Q in tempi recenti (si veda in primis il nonsenso di averlo reso mortale da immortale quale è sempre stato). Di questo passo, non vorrei che le avventure del cosiddetto Kelvinverse (legate ai film solo per il minimo sindacale, dopodiché se ne vanno giustamente per la loro strada) risultassero alla fine molto più rispettose dell’universo Trek di quanto non stia succedendo con le serie ambientate nell’universo originale: ricordo una storia del 2016 (“Connection”) dove i due i Kirk di Shatner e Pine, con relativi equipaggi, venivano a contatto fra loro secondo modalità che avrebbero potuto benissimo essere raccontate anche nella “vecchia” TOS (vari anni luce di distanza dalle sboronate alla JJ, senza dubbio)…

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    • Fermo restando che il casino totale in cui si è ficcato il franchise, frammentato in mille ridicoli pezzi politicamente incasinati, rende ancora più chiaro che nessun Canone è mai stato rispettato in questo universo, e si spara tutti a casaccio, detto questo devo essere onesto: in questo fumetto Q è proprio l’ultimo dei problemi.
      Dopo due ottimi numeri, in cui lo stile è quello puro di Star Trek, cioè l’erede moderno della space opera classica, ecco un terzo numero schizofrenico e sconclusionato, pieno di giochi narrativi fighetti che piacciono ai “giovani”: parafrasando Milani, quando il giovane non capisce si innamora, e qui non si capisce una mazza! 😀
      E’ cambiato totalmente tutto rispetto ai primi due episodi, sembra un’altra saga messa qui per sbaglio, e visto che queste stupidate mi urtano i nervi direi che questo ennesimo tentativo di seguire Star Trek a fumetti è naufragato insieme a tutti gli altri. Se gli autori Trek si dedicassero meno all’onanismo e più a scrivere delle cazzo di normalissime storie forse questo franchise avrebbe ancora un briciolo dell’interesse che aveva un tempo.

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      • Esattamente, in fin dei conti credo che non stiamo chiedendo molto. Purtroppo il problema dell’onanismo autoriale è ben lungi dall’essere confinato solo a Star Trek: vedi, di nuovo, il “salvataggio” di Nathan Never in mano a un Bepi Vigna impegnato a riscrivere, novellizzare e olonomizzare tutto quello non ha gradito della precedente gestione (oh, magari qualcosina noi la gradivamo ma si sa, il nostro parere conta solo quando coincide con quello degli autori)… 😦

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      • Dylan Dog, già 😤 Se mai ti capitasse di mettere le mani su uno degli ultimi albi, sappi che è appena iniziata la “minisaga del paraculo” (perché è questo il nome che suona senz’altro più aderente alla realtà dei fatti) incaricata di riportarlo alle origini dopo questo lunghissimo periodo onanis… sperimentale, volevo dire sperimentale!
        Avendo provato nuove strade si sentiva il bisogno di rientrare all’ovile ma, sia ben chiaro a tutti, come punto di ripartenza per il futuro e non per tornare al passato (ci mancherebbe altro, eh)… Certo, dev’essere difficile assai prendere atto (e ammetterlo al cospetto dei lettori rimasti) di come, alla fine, la sbandierata “rivoluzione” dylaniana iniziata qualche annetto fa non sia riuscita a rivoluzionare un beneamato CAZZO di niente 👎🤕

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      • Purtroppo dalla scorsa estate sono tornato alla lettura regolare dell’old boy, e le storie buone sono decisamente rare, anche se per fortuna ci sono. Mi spiace solo che per quest’ennesima paraculata che finge di cambiare ciò che non era mai cambiato abbiano chiamato la brava Barbara Baraldi, che avrebbe meritato invece storie più slegate da biechi fini propagandistici della casa.
        Ogni volta che negli anni passati ho sentito in giro di un “cambio epocale” nella testata ho provato a leggere qualche albo del dopo-evento.
        Bloch va in pensione. Leggo un albo: Bloch c’è.
        Groucho muore. Leggo un albo: Groucho c’è.
        Ci sono nuovi personaggi politicamente corretti, sessualmente inclusivi e baggianate varie: appaiono tipo su due albi su venti, per il resto è esattamente come il Dylan che leggevo trent’anni fa.
        Ammazza che cambi epocali, mi gira la testa! 😀
        In questi mesi abbiamo scoperto che Nathan Never e Dylan Dog hanno fatto fuori personaggi che semplicemente non esistevano più da anni: si vede proprio che stanno facendo pulizie grosse 😛

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      • Nathan Never/Elania Elmore: eh, d’ora in avanti chissà quanti ricatti, ripensamenti, misteri e sviluppi… già, ma perché poi? Un BANG e la seppelliamo, via, così da toglierci il pensiero (però intendiamoci, tutto questo fa parte di un preciso disegno che si svelerà un po’ alla volta, sempre sperando di rimanere nell’arco della durata di vita media del povero e paziente lettore) 😀
        Il “nuovo” corso di Dylan Dog: basta con l’ipocrisia e il moralismo, è arrivato il momento di fargli fare i conti con le sue contraddizioni! Dai, cazzo, facciamolo vedere a tutti quant’è stronzo quel perbenista dell’Incubo! Se non fosse che, ecco, lo stesso DYD ha sempre ammesso candidamente di contraddirsi fin dal… diciamo fin dal primo numero? E quindi cosa vi rimaneva da fare, tirare giù un’altra meteora? Ah, no, già dimenticavo: si torna al passato per far ripartire il futuro! 😆 😛

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      • Ma tutti questi sforzi valgono la pena? C’è davvero un solo lettore che caschi in questi imbarazzanti trappoloni? Ma davvero i personaggi uccisi in Nathan e DyD avevano un qualsiasi peso negli ultimi anni, nei casi in cui li si vedeva? E’ come se oggi la testata “Tex” si rilanciasse mostrando la morte di Dinamite… Oh, belli, quel cavallo è scomparso da 600 numeri, non mi pare un gran colpo di scena 😀
        Mi pare chiaro che entrambe le testate hanno finito le idee, dopo trent’anni di onorata attività, e stanno all’ammazzacaffè (che la fase della frutta, del dolce e del caffè è passata da un pezzo).
        Nathan continua ad essere gestito da chi è causa del suo mal, mentre DyD prova la strada di nuovi autori ma solo a patto che compiano gli stessi identici errori di chi sono chiamati a sostituire. Il vero mistero è come qualcuno davvero ancora compri questi fumetti.

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      • A questo punto penso lo si faccia per pura e semplice inerzia. Personalmente, ho tagliato fuori da una vita tutti gli old boy assieme a quasi tutti i color fest, e se mi perdo in edicola qualche altro numero della serie regolare (come è già successo in passato) continuo a non farne una tragedia… Quanto a Nathan, quando Vigna di tanto in tanto si ricorda di essere stato in quella banda dei Sardi che negli anni d’oro ha regalato al Musone momenti memorabili, qualcosa di buono lo fa ancora (nell’ultima avventura ha praticamente spedito il personaggio su Solaris): il problema è che la banda si è sciolta da molto tempo, e temo fortemente lui sopravvaluti assai la sua capacità di riuscire a gestire il tutto da solo (anche Vietti, che di idee ne aveva e ne avrebbe, ormai è fuori della partita) 😒

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      • Quando gli eroi Bonelli copiano da famose opere di narrativa di solito escono fuori storie godibilissime: è quando vanno per conto proprio che nascono un sacco di problemi 😛

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  2. Da qualche parte nel mio batcave ho gli Star Trek della Play Press scritti da Peter David (un trekkie che ha scritto anche romanzi con Kirk e co. oltre ad essere un famoso autore di comics ndr) eppure ti confesso che leggerei volentieri storie dei personaggi scritte da Mau Milani e magari disegnate in stile Cavandoli. Spock che si asporta un orecchio con delle pinze per ottenere la pensione di invalidità della Confederazione e Kirk che si apposta prezzolato davanti ai negozi di parrucchiere e fa i complimenti alle aliene che escono con una nuova acconciatura. Vedo già la raccolta delle strisce a rinverdire i fasti degli Oscar Mondadori con i comics di B.C. e il Mago Wiz…

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    • Sicuramente uno Star Trek di quel tipo sarebbe molto più interessante dei fumetti moderni, che hanno buone idee ma incapacità totale di gestirle.
      Da ragazzo ho comprato anch’io alcuni fumetti Trek della PlayPress, ma non riesco a ricordare quali: di sicuro avevo la novelization di “Star Trek V” ma proprio non mi sovviene altro.

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      • Un mensile con la costoletta durato pochissimo. Successivo alla novelization. Tre storie: Star Trek di Peter David /James Fry, Star Trek The Next Generation di Michael Jay Friedman/Pablo Marcos e la retrospettiva della serie anni ottanta di Mike Barr/Tom Sutton. A mio sindacabilissimo avviso la struttura delle storie conteneva eccessivamente il talento di Marcos e Sutton che negli anni setttanta avevano un segno nervoso ed un lay out di tavola anarchico. Lo ST di PAD e Fry era divertente da quel che ricordo.

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      • Io li custodisco ancora gelosamente, come del resto ho fatto con tutte le rarissime uscite in edicola che hanno preceduto il recente ma già bell’è dimenticato revival de “la Gazzetta dello Sport” con i suoi quaranta volumi…

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