Lavennder (Le Storie Speciale 4, 2017)

Cover di Aldo Di Gennaro

Volevo resistere alla tentazione, perché passo davanti all’edicola sotto casa quasi tutti i giorni e non è che posso comprare tutto ogni volta. Però c’era quella copertina con uno scimmione nella foresta… come faccio a resistere? Da anni sto portando avanti un immenso speciale sul Zinefilo sui monkey movies: posso trattare delle scimmie al cinema ignorando quelle a fumetti?
Alla fine ho ceduto, e ho comprato “Lavennder“, speciale annuale numero 4 (12 luglio 2017) della testata “Le Storie” della Sergio Bonelli Editore.

Il soggetto, la sceneggiatura, i disegni e i colori sono tutto farina del sacco di Giacomo “Keison” Bevilacqua, a cui subito va un applauso scrosciante perché è bravo da paura: ogni vignetta è un capolavoro e, abituato agli orripilanti colori Bonelli – scusate, ma il colore proprio non fa per voi! – sono rimasto favorevolmente impressionato dall’altissima qualità di questo albo.
Ogni vignetta assolata mi ha fatto venire un gran caldo, ogni vignetta con la foresta mi ha messo addosso un’inquietudine assurda, e ogni qualsiasi cosa “inquadrata” risplende di luce propria. Non conosco il mio connazionale Bevilacqua (scopro che anche lui è di Roma!) e credo che sia il suo primo lavoro che mi capita sotto gli occhi, ma di nuovo faccio partire un applauso.

Una vacanza su un’isola deserta, lontani dal frastuono della vita moderna, di social e da tutto: cosa c’è di meglio per una giovane coppia di innamorati?
Questa storia comincia con un’atmosfera da “Laguna Blu“, ma sin da subito appare chiaro che qualcosa non va: non sono solo i due protagonisti a guardare la foresta… sembra che anche la foresta guardi loro.

Con i tempi perfetti e il ritmo giusto inizia una storia da “isola misteriosa” di verdiana memoria che avvolge ed appassiona, una storia che può vantare un buon gusto che manca a moltissimi prodotti che partono con le stesse premesse.
Non posso dire molto sulla trama perché è imperativo che vi lasciate stupire e sorprendere, soprattutto da un paio di twist di sceneggiatura che spettinano: non mi aspettavo da un prodotto Bonelli una libertà narrativo-stilistica così rinfrescante. (Di solito associo la casa al gretto tradizionalismo “ripeti-schemi”.)

Tutto ciò che posso dire è che Lavennder non è quello che sembra, che disegni sono un’esperienza splendida e che la storia ti porterà dove non pensavi mai saresti potuto arrivare…
In una parola, assolutamente consigliato! (Va be’, sono due parole…)

L.

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7 commenti

  1. Sono felice che tu ne abbia scritto perché ero estremamente dubbioso su questo nuovo lavoro di Giacomo Bevilacqua, autore che conosco dai tempi della sua spassosa striscia “A panda piace”. Il ragazzo sa il fatto suo, disegna anche per serie americane tipo “G.I.Joe” e ultimamente è diventato bravissimo proprio ad utilizzare i colori, come dimostrato nel suo ultimo romanzo “Il suono del mondo a memoria” che era disegnato e colorato non bene, ma benissimo, peccato che la storia fosse pessima.

    Motivo per cui temevo un’altra fregatura, ma se ha la tua approvazione ufficiale corro a recuperarlo! 😉 Cheers

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  2. Io sono rimasto un po’ deluso, invece.
    A parte che il tema (che non scrivo, ma mi riferisco a quell’opera famosa a cui si fa riferimento) era già stato trattato un mese prima nella serie regolare de Le Storie, qui ho apprezzato (e tanto) i disegni e i colori, e qualche plot twist (tipo quando la banda cattura i due).
    Poi però tutto precipita.

    Moz-

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    • La scelta letteraria a cui può attingere la Bonelli è molto risicata, diciamo che quello è l’aspetto che considero davvero minore dell’albo. Anch’io mi sono focalizzato sui disegni meravigliosi e sull’atmosfera iniziale: adoro le “isole del mistero” ma raramente vantano una trama che regga bene fino alla fine…
      Visto che di solito disprezzo profondamente le opere Bonelli, considero questa un bel passo avanti ^_^

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  3. Domani esce anche la mia recensione 😀 A me Bevilacqua piace molto come disegnatore, molto meno come sceneggiatore. Le sue strisce non mi hanno mai fatto ridere, gli albi non mi sono mai piaciuti… insomma, stavo per ignorare questo Lavennder, ma alla fine (sarà stato lo scimmione a convincermi?) ho ceduto. E ho fatto bene, perché mi è piaciuto davvero molto!

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  4. E’ un bel po’ ormai che ho mollato Le Storie, più che altro per motivi di spazio domestico mancante, ma per questo speciale un angolino libero magari lo potrei trovare 😉

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