Il nome richiama epiche saghe nordiche ma la protagonista di questa serie, partita nel novembre del ’69 per la RG di Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, è una bianca appartente a una tribù indiana molto prima dell’avvento di Magico Vento. Una risposta alla Vartàn delle edizioni Furio Viano? Nel caso sarebbe stata veramente subitanea, dato che il primo numero di Vartàn è dell’ottobre 1969. Ma ce li vedo Barbieri e Cavedon comprare il primo numero di Vartàn e poi chiudersi in casa – tra caffè, whisky e sigarette – e scrivere in una notte dodici sceneggiature da consegnare a un disegnatore, in questo caso Tito Marchioro, capace di buttare giù tavole a ritmi da catena di montaggio.
Dei quattro desperados in fuga braccati dai soldati del sinistro capitano Muerte, interessato quanto loro a un carico d’oro nascosto non ci frega nulla. Ma all’improvviso, senza nessun motivo, ecco una ragazza straziata orribilmente da un rapace.
Proprio mentre stavi iniziando a sbadigliare, Renzuccio e Giorgino ti buttano non dico la bomba ma il petardo. I livelli di poesia salgono a razzo.
La poveretta era stata attaccata dall’aquila dopo essere stata stuprata dai tre desperados di cui sopra e Walalla medita vendetta bagnandosi nel fiume. Ehi, ma questo è un capezzolo, siamo nel 1971! Dovete sapere che all’inizio in questi albi i seni scoperti venivano disegnati senza capezzoli. Lascio ai filologi stabilire quale sia stata la prima serie con i capezzoli.
I messicani arrivano proprio in quel momento e la violentano a turno, tranne il giovane Manuel, che la fa fuggire. Nel frattempo Walalla continua a mostrare le tette senza motivo.
I desperados trovano l’oro e Walalla, che li aveva seguiti, glielo ruba per scatenare un conflitto tra loro ma si fa beccare e, nella colluttazione generale, si scopre quello che tutti i lettori avevano capito sin dall’inizio: Manuel è una donna travestita che, già che ci siamo, viene denudata e presa a cinghiate.
Le donne nude frustate erano una delle costanti dei fumetti sexy dei primi favolosi anni ’70.
Anche Manuelita subisce violenza ma la notte le due riescono a liberarsi di nuovo, non prima di un accenno lesbo soft. Alla fine arriva la cavalleria del crudele capitano Muerte e sarà un bagno di sangue generalizzato, in un crescendo folle degno degli spaghetti western più degenerati. E a noi piacciono gli spaghetti western degenerati. (Ciccio Russo).
Mi trovate anche su Metal Skunk, il sito che vi spiega la differenza tra Diabolical e Demonical. Se siete appassionati di tascabili sexy horror d’antan, potete inoltre fare un salto sul mio blog o sulla simpaticissima pagina facebook da me curata, dove troverete copertine, immagini, informazioni e curiosità sul fumetto exploitation italiano nonché le recensioni sul tema di Fumetti Etruschi.
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Il titolo lo ha scelto George Miller 😉 Cheers!
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Vartan me la ricordo bene, ma dell’esistenza di Walalla mi ero dimenticato. Fino a oggi 🙂
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