Prima o poi doveva succedere: dopo decenni a vagare nel mondo dei fumetti, la testata “Planet of the Apes” della Boom! Studios – dopo essere entrata nell’universo di Star Trek – piomba nella casa di un tizio che con le scimmie ci è cresciuto. Un certo Tarzan, di casa Dark Horse Comics, che ospita l’incredibile testata “Tarzan on the Planet of the Apes“.
A scrivere questo gioiellino ci pensano Tim Seeley e David Walker, mentre ai disegni c’è Fernando Dagnino.
Siamo nel Nord America del… 2016!
Le scimmie tratte dal prolifico (ed inedito in Italia) universo fumettistico nato dai film del Pianeta delle Scimmie trovano degli umani ribelli e stanno per ucciderli… quando un uomo in mutande piomba a rovinar loro i piani. E lo fa gridando «Tarzan bundolo!» (“Tarzan uccide”).
Facciamo un salto indietro all’Africa orientale del 1901, quando il giovane Tarzan (il cui nome significa “grande scimmia bianca e glabra”, con un grande dono della sintesi) gioca con Milo, una scimmia curiosa… perché è vestita come i protagonisti di Planet of the Apes. Perché dopo cento anni di storie di scimmie nude, ora scopriamo che nell’infanzia del re della giungla ce n’è una vestita? E per giunta che egli chiama abalu, fratello…
I misteri però non finiscono qui.
Strane e mostruose creature si aggirano per l’Africa, ma la comunità dei gorilla non vuole crederci. Ok, aspetta un momento…
Finché Tarzan parla con dei gorilla ci sto, fa parte del mito creato da Burroughs… ma perché i due parlano la stessa lingua di Milo, che invece è uno scimpanzé bipede e vestito? Se Milo viene dalla Terra futura della saga di Planet of the Apes, che ci fa nell’Africa del 1901? E perché nessuno si stupisce che uno scimpanzé cammini eretto?
Fermo restando che non ho ancora letto il mare di fumetti precedenti (ma provvederò!), la soluzione sembra semplice: Zira e Cornelius – i protagonisti della saga cinematografica degli anni Settanta – sono tornati indietro nel tempo grazie ad un’invenzione del dottor Milo. Già l’hanno fatto nel terzo film, Fuga dal pianeta delle scimmie (1971), ma a quanto pare l’hanno rifatto, tornando nell’Africa di fine Ottocento… ed adottando Tarzan!
La situazione diventa esplosiva quando dei bracconieri scoprono tutte queste scimmie parlanti e decidono di catturarle per farci bei soldi in patria, e se qualcuna si agita troppo… via una bella fucilata! Così viene colpito Cornelius…
Cosa faranno i bracconieri, tra cui c’è anche un giovane Lord Greystoke? Non lo sappiamo perché voliamo al Nord America del 2016 per vedere il Tarzan adulto catturato dai soldati-scimmia del generale gorillone, che nota come abbiamo trovato “un altro” umano parlante. (Questo forse pone la storia tra il primo e il secondo film.)
Tante domande ma anche tanto divertimento per una serie sorprendente, da battere le mani a priori: peccato dover aspettare un mese per la seconda parte…
L.
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Sembra davvero bella! Comunque, da tarzanologo, posso dirti che “Zan” significa “pelle” e che quindi Tarzan vuol dire semplicemente “pelle bianca”. Così almeno riportava Burroughs nei primi romanzi del ciclo. Il termine per scimmia è invece “mangani”.
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Immaginavo fosse una libera interpretazione del fumetto, la traduzione estesa di “tarzan”, e in effetti avrei dovuto specificare che non è “canonica”.
Che ne pensi di questa rielaborazione, con Tarzan cresciuto da Zira e Cornelius del Pianeta delle Scimmie? 😛
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Mi sembra una tesi affascinante. Del resto queste “teorie” mi intrigano, come per esempio quella che vuole che i dinosauri dell’isola di King Kong siano emersi da Pellucidar risalendo un passaggio sotterraneo.
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In un numero degli anni Novanta, Tarzan guidava una missione a Pellucidar per liberarla dai… Predator! ^_^ Ce n’è per tutti.
In questi mesi la Boom! Studios sta raccontando il prequel del King Kong classico e spiega come gli indigeni abbiano selezionato specie di scimmie sempre più grandi per le loro cerimonie religiose fatte di mazzate pelose. Però poi vanno a Skull Island – in attesa del film “Kong: Skull Island” (2017) – e i dinosauri sono già lì… Quindi la teoria di Pellucidar rimane aperta 😉
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Ho visto l’anteprima del post in miniatura, riconoscendo il logo de “Il pianeta delle scimmie” ho pensato che è davvero un idea geniale!
Alla pari del fumetto con Tarzan e Predator di cui hai parlato settimane fa, ci sono personaggi che per quanto differenti, possono coesistere in una storia.
Tarzan, Re delle Giungla può sostituire alla grande Charlton Heston, proprio vero che le idee semplici sono sempre le migliori 😉
La copertina di Duncan Fegredo è bellisima, ma sono di parte, è un artist che adoro 😉 La Dark Horse spacca, inutile girarci attorno è un dato di fatto 😉 Cheers!
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Riesce a rendere appassionante anche l’idea più farlocca. Per carità, sbaglia pure lei, ma alla fin fine tirando le somme è una casa che “spacca” ^_^
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Oddio che crossover XDD
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Imperdibile ^_^
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Sapevo che si sarebbero incontrati, DOVEVANO incontrarsi per forza. Non importa in quale tempo o in quale spazio 😉 Comunque, visti questi salti nel passato, occhio che non ci si metta di mezzo anche un redivivo dottor Otto Hasslein, magari 😛
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Chiunque è invitato, e prima o poi ogni personaggio incontrerà qualcuno 😛
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[…] Tarzan on the Planet of the Apes (2016) 1 Prima o poi doveva succedere: le scimmie più famose del futuro incontrano… il loro re! […]
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[…] si è divertita a trasportare i personaggi di Cornelius e Zira… nella giungla di Tarzan! Tarzan on the Planet of the Apes è la rivelazione a fumetti dell’anno… Sembrerebbe già detto tutto, però una piccola […]
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[…] stai incrociando l’incrociabile, hai a disposizione i diritti di Kong of Skull Island e di Planet of the Apes… come fai a non metterli insieme? Questo novembre 2017 vede la nascita […]
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[…] a fumetti ispirata alla Saga del Pianeta delle Scimmie. (Personaggi che recentemente avevano pure incontrato Tarzan!) Il risultato è lo stupefacente “Kong on the Planet of the Apes“, iniziato questo […]
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