
Continua il mio viaggio nel Tito che t’ha ritinto il Tex, cioè nelle storie che Tito Faraci ha scritto per il Tizzone d’Inferno nazionale.
Confondendolo con un altro numero (sempre di Tito), mi sono riletto il “MaxiTex” n. 16 (ottobre 2012), La legge di Starker, disegnato da una matita ben nota come quella dell’argentino Miguel Angel Repetto.
Riempire 320 pagine con un’unica storia non è impresa facile, ma Tito ha un sistema per andare sul sicuro: inventa un’intera città, Blackfalls, e relativa campagna circostante, sì da avere materiale “umano” con cui condire una storia che ricordavo buona e che confermo. Quindi il nostro Tex arriva solitario a Blackfalls per indagare su una rapina alla diligenza finita in strage e scopre una situazione che puzza lontano un miglio, visto che sceriffo, sindaco e giudice è Gregory Starker, uno di quelli che risolvono i problemi… alla radice.

Mi sia consentita la libertà di immaginare il nome “Gregory Starker” come storpiatura di “George Stark”, cioè il “doppio cattivo” del protagonista de La metà oscura di Stephen King, a sua volta omaggio a Richard Stark, “doppio cattivo” del romanziere Donald E. Westlake con cui firmava libri molto cattivi con protagonista il criminale Parker. Ripeto, è una mia personalissima associazione d’idee, ma nel cattivo Starker non riesco a non vedere echi di “etica criminale” come nei romanzi di Stark.
Tex non ha sfumature, è granitico e monolitico nella sua virtù priva di ombre, quindi un qualsiasi sceneggiatore non sa che farci con lui: come si può rendere sfaccettato un personaggio privo di qualsiasi tridimensionalità? Perciò Tito gioca con il suo antagonista, creando un personaggio palesemente negativo ma pieno di sfumature, non ultimo qualche problemino di gestione della rabbia.
Quando il nostro ranger arriva nella città che Starker gestisce come fosse una sua proprietà privata – ed in effetti lo è in tutti i sensi – è chiaro che ci saranno scintille dietro ogni angolo, con Tex ben poco disposto a mostrarsi sottomesso davanti alle velate minacce dei solerti sgherri dello sceriffo.

Parliamoci chiaro, nella sua lunga vita Tex di figure autoritarie che tradiscono il proprio mandato ne ha incontrate a secchiate, non è certo né il primo né l’ultimo sceriffo criminale della testata, ma è proprio perché tutti gli elementi presenti nella storia sono non originali che lo sceneggiatore dev’essere bravo a trattarli in modo fresco e piacevole. Al netto della mia simpatia storica per Tito, comunque credo che sia riuscito nel suo intento, perché la lettura è piacevolissima e i vari elementi “già noti” sono incastrati insieme in modo che la storia funzioni e si lasci divorare fino alla fine.

Quello che più mi è piaciuto è l’attenzione alla parte “politica” rivestita da Starker, che si pone davanti ai suoi cittadini non solo come difensore della giustizia ma anche come guida morale, mediante lunghi e pomposi discorsi da politicante infarciti di vuoti moralismi: impossibile non fare il paragone con le vuote parole che sentiamo pronunciare dai nostri politici nell’eterna campagna elettorale italiana, con concetti finti come “La famiglia al primo posto”, “Il lavoro al primo posto”, “La salute al primo posto”, “La giustizia al primo posto”… ma quant’è grande ’sto primo posto? E soprattutto, cosa c’è al secondo posto?
Lo Starker di Tito è un perfetto politico italiano, che tramortisce i propri elettori di vuote chiacchiere, paga chi dovrebbe controllarlo e usa il proprio potere per interessi personali, raramente legali. Da questo punto di vista il super-conservatore Tex passa addirittura da eroe populista! Mi piace immaginare il sorriso di Tito dietro un Tex grillino che combatte una classe politica corrotta che però garantiva alle proprie vittime uno status quo di benessere. (Ovviamente solo per quelli che stavano al gioco.)
Insomma, di nuovo Tito m’ha convinto col suo Tex ritinto!
L.
– Ultimi fumetti di Tex:
- MaxiTex 31 (2022) I quattro vendicatori - Torna il grande decano Claudio Nizzi che si unisce ai meravigliosi disegni di Casertano per uno speciale da leccarsi i diti.
- Tex Color 21 (2022) La Gazza Ladra - Il nerissimo Ruju ci porta nella New Orleans del Mardi Gras dove un serial killer dà la caccia a una ladra.
- Tex 741 BIS (2022) L’eredità del bandito - Il romanziere Pasquale Ruju cuce addosso al ranger un'altra delle sue ghiotte storie nere a più personaggi.
- Tex Classic 139-140 (2022) - Due uscite per ricreare un albo del 1966 con due storie ben diverse, per firma e sostanza.
- Tex Color 20 (2021) - Nuovo speciale antologico a colori del Tizzone d'inferno, con cinque storie brevissime non sempre azzeccate ma tutte da leggere.
– Ultimi fumetti di Tito Faraci:
- Diabolik 909 (2022) Tutto ha una fine - La Trilogia dell'Ovvio si chiude con una pernacchia: è la storia più inutile che ho mai letto della testata.
- Diabolik 908 (2022) Prossimi alla fine - Telenovela della Astorina che allunga il brodo in attesa dell'ovvia conclusione.
- Diabolik 907 (2022) L’inizio della fine - Inizierà la fine e avrà la firma di Tito Faraci...
- Grande Diabolik (2022) L’ombra del passato - Corposo omaggio alla narrativa nera di inizio Novecento ma lo stesso non riesco a farmi piacere questa testata.
- Diabolik 905 Diamanti nei diamanti (2022) - Un tuffo nel passato telefonico e un Fast and Diabolik finale rendono quest'albo degno di lettura.